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why can’t you see what I am

5 luglio 2021

Se uno già è un po’ nervoso per via del “cattolicesimo” non è certamente il momento di leggere Maria Maddalena di Adriana Valerio, che, stando ben lontano dai deliri di un Dan Brown, in maniera sintetica ma approfondita ricostruisce una delle figure più affascinanti del Nuovo Testamento, sulla quale la confusione regna sovrana, a partire dal nome.

L’italiano “Maddalena” risale ad un’originale “la Magdalena“, che farebbe pensare ad un locativo “di Magdala” solo che nelle fonti evangeliche non vi è traccia di una località con questo nome e, a partire da fonti patristiche (Girolamo, Elogio di Marcella 5, che la definisce in latino turrita), si potrebbe anche pensare che, più che un toponimo, indichi una qualità od un ruolo, cioè l’essere svettante come una torre fra i discepoli di Gesù, qualcosa come “colei che è stata resa grande”, cosa che appunto le darebbe un ruolo molto più significativo, nel cristianesimo delle origini, di quello di semplice “peccatrice” redenta.

Che poi così peccatrice non era, nel senso che la sovrapposizione fra l’adultera perdonata, Maria la Magdalena e la ricca donna che compra unguenti per Gesù non è così limpida nei testi originali e si va a definire storicamente solo agli albori del Medioevo (grazie, Gregorio Magno), venendo poi data per scontata, come attestano le sue riproduzioni nell’iconografia cristiana, cui l’autrice dedica discreto spazio.

Tornando alla lettera della Scrittura, Maddalena è, al pari di Pietro, l’unica che riconosce in Gesù il Messia (Giovanni 20, 16-18) e che avrebbe dovuto, di conseguenza, avere un ruolo importante nella successione apostolica, non fosse stato per il sempre friendly Paolo, che ignora platealmente la lezione giovannea e non cita la donna fra quelli cui il Risorto sarebbe apparso (cfr. 1Cor, 15 3-8).

Avremmo forse perso l’allitterazione del “Primato di Pietro” ma con un “Primato di Maddalena” forse le cose sarebbero andate diversamente.

Nel frattempo, giova comunque ricordare Sandra e la più celebre ricezione novecentesca del personaggio:

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