finis principium
Ad essere un filino reazionari, le cause dell’attuale degrado di questo Paese dipendono essenzialmente da tre fattori, in inverso ordine cronologico: la diffusione di tatuaggi non solo presso avanzi di galera (2005, direi), l’inizio del Grande Fratello su Canale 5 (2000) e l’abbandono del Latino nella Scuola Media (1979).
Mentre in alcuni casi le conseguenze (Fedez, ad esempio) paiono ormai ineluttabili, sul Latino c’è chi lotta, immaginando percorsi accessori che avvicino i preadolescenti ad una disciplina che potrebbero poi ritrovarsi alle scuole superiori o che ha comunque valore formativo per se, come Giulia Regoliosi e Marco Ricucci, curatori de L’intelligenza del latino (Salentina, 2018).
Il libro raccoglie una decina di interventi, che spaziano dalla pedagogia a proposte concrete (sull’insegnamento linguistico o sulle ‘antichità classiche’ in genere), con sguardo che si allarga alle esperienze svizzere (pare che sia tutto un trionfo di ‘competenze’, ahimé) ed inglesi (sarà il caso di approfondire il corso della Cambridge), dedicando anche spazio a cosa funziona (o non) del nostro sistema d’istruzione…
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