that cinnamon, that’s hollywood
A completare l’immersione di questi giorni in Robbie Williams, ho finito di leggere Reveal (non so se il titolo venga dall’album degli REM che comprende Imitation of life, da cui il titolo del post), il secondo libro di Chris Heath (l’altro era questo) dedicato a Robbie, concentrato in particolare sull’ultimo decennio, quello che va da Rudebox al suo ultimo album, The heavy entertainment show.
Per quanto la carriera di Robbie non sia mai stata facile (a p. 4 afferma di aver perso la propria dignità già col primo video dei Take That), il libro segue un periodo tanto sereno a livello personale (matrimonio, paternità, trionfale reunion coi TT) quanto problematico a livello artistico (il già citato Rudebox – per quanto contenesse un capolavoro – , l’inconcludente Reality killed the video star, un superfluo secondo album di swing, due dischi un po’ così-così come Take the crown ed il già citato Show).
Nella voluminosa lettura si scoprono comunque un sacco di cose interessanti, tipo che RW è – sotto pseudonimo – co-autore di una canzone dei Wanted, che Tina Turner ha inciso una versione di Feel, che Shine dei Take That parla di lui e quello che pensa di Sanremo (it’s weird festival… goes on for about ten hours and the audience is asleep), nonché inquietanti interessi ufologici.
Lettura obbligatoria, per conoscere luci ed ombre del successo nella prima metà del XXI secolo…