promesse da pipistrello
Fa piacere tornare ogni tanto nel distopico e surreale universo di Gotham (surreale fino ad un certo punto: Mr. Penguin diventa sindaco collo slogan trumpiano Make Gotham Safe Again), giunto alla terza stagione, che, come di consueto, è divisa in due parti.
In Mad city (episodi 1-14) facciamo conoscenza del Cappellaio Matto (direttamente da Alice nel paese delle meraviglie, ovviamente) e dei nefasti effetti del sangue di sua sorella Alice (!), ritroviamo un sempre notevole proto-Joker e seguiamo una tragica storia di amore non corrisposto con personaggi che mai avremmo sospettato; la seconda parte della stagione (Heroes rise) è incentrata sulla Corte dei Gufi che trama nell’ombra per distruggere Gotham, mentre il giovane Bruce Wayne (sostituito da un doppelganger che fa un sacco The vampire diaries) è tipo in Himalaya a fare il piccolo Buddah ed a combattere il lato oscuro della forza.
La stagione è strapiena di topoi e raramente offre dei veri colpi di scena, ma resta apprezzabilissima, anche grazie a scenografie e costumi come sempre curatissimi e tesi a creare un senso di alienazione che fa molto post-moderno.
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