oh my god! I’m gentile!
Giunto alla quinta stagione di Curb your enthusiasm (qui la quarta) sono giunto a due conclusioni: 1) è sempre un capolavoro e 2) la serie si basa interamente sul fatto che Larry David non ha nulla da fare tutto il giorno ed ha quindi il tempo di riflettere su cose su cui non riflette nessuno (tipo l’esistenza della fatina dei denti o se si debba rispondere al telefono se suona quando si sta facendo sesso), mentre le persone normali hanno, chessò, un lavoro.
Ad inizio stagione, comunque, Larry rischia di annegare e l’esperienza lo porta ad inattese svolte misticheggianti (medita di passare al cristianesimo, se solo Gesù fosse una ragazza), alla ricerca delle proprie origini (si convince di essere adottato ed assume un investigatore privato per scoprire la verità), a scelte generose (tipo donare un rene ad un amico e spacciarsi per un ebreo ortodosso) e soprattutto a giocare a bingo (con risultati notevolissimi).
Ed alla fine, in una curiosa esperienza post-mortem, scopre che le sue guide spirituali sono Dustin Hoffman e Sacha Baron Cohen…
Trackbacks