the world is my oyster
Un libretto intitolato Le scuole degli altri avrebbe potuto davvero essere interessante se solo la curatrice (Francesca Gobbo) avesse imposto ai singoli contribuenti uno schema rigido cui attenersi: chessò, storia dell’istruzione in un dato paese, lo stato attuale della situazione, le proposte di riforma e magari dei comodi schemi riassuntivi sui vari curricola, le materie di studio, l’età di uscita dalla scuola secondaria* etc.
Invece uno si trova davanti sei articoli assai difformi per linguaggio e metodo, senza alla fine capirci più di quanto ne sapeva prima – al massimo è interessante l’articolo sulla Romania post-comunista, mentre tutta la questione sullo status dei docenti inglesi lascia davvero il tempo che trova.
*questa sta diventando una vexata quaestio. Al ministero alludono spesso all’idea di ridurre di un anno il percorso secondario, con la scusa che “in Europa entrano all’università un anno prima” ed a questo temo portino alcune curiosce scelte di nomenclatura: sapevate ad esempio che ora le superiori sono divise in due bienni + un anno finale? Credo che la cosa miri a poter eliminare il prima possibile l’anno finale, tanto per farci del male.
Ah, che “in Europa entrano all’università un anno prima” non è mica vero: si finisce, come in Italia, a 19 anni in altri 15 paesi su 27, tra cui alcune rinomate locomotive tipo la Germania…
L’ha ribloggato su The law of news 2.
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