lingered by the fly poster for a fight
Centrali nella comunicazione politica dell’Italia repubblicana sono stati i manifesti che, ancora oggi, riaffiorano presso le scadenze elettorali ma direi con meno pervasività, sia perché una forma di comunicazione piuttosto costosa sia perché altri media hanno preso il sopravvento.
Un ottimo ripasso della loro storia viene da I manifesti politici di Edoardo Novelli che, diviso per decenni, ne offre e commenta gli esempi piu’ significativi; si scopre così che in alcuni casi manifesti degli anni ’40 erano adattamento di propaganda fascista, che i Savoia si impegnarono parecchio per risultare simpatici (senza riuscirci), che “Forza Italia” appare per la prima volta nella propaganda anticomunista nel 1951 (e poi in una campagna democristiana del 1987), che mostri sacri come Jacovitti, Guido Crepax, Altan e Renato Guttuso hanno contribuito a manifesti politici (rispettivamente per la DC, l’estrema sinistra, il PCI e Rifondazione Comunista), che il sintagma “mani pulite” appare in un manifesto del PCI già nel 1976, che i Repubblicani non hanno mai visto riconosciuta nelle urne la creatività della loro comunicazione, che il faccione di Bettino Craxi anticipa di un decennio quello di Berlusconi e che, mutata nella street art, la storia dei manifesti politici ha iniziato un nuovo capitolo.