the where-did-Thucydides-spend-his-exile game
Non so bene quanti testi abbia effettivamente scritto su Tucidide il buon Luciano Canfora (ne cita solo sei) ma Tucidide – La menzogna, la colpa, l’esilio (Laterza, 2016) dovrebbe essere quello definitivo.
Il punto principale del corposo saggio (Canfora ha molti doni, ma non quello della sintesi) è che la tradizione già antica (dalle fonti greche fino ad arrivare a Cicerone) che ritiene Tucidide esiliato per un ventennio da Atene a causa dei “fatti di Amfipoli” nasca in realtà da un’interpolazione, dovuta a Senofonte, nel cosiddetto “secondo proemio” delle Storie di Tucidide (V 25-26), dove, come confermano un paio di manoscritti, non si dovrebbe leggere “Amfipoli” come nome di città ma come aggettivo (raro, ma attestato nelle Coefore di Eschilo) per indicare un eufemistico “dopo la guerra civile, dopo la guerra attorno o per il controllo della polis“, che alluderebbe ai fatti successivi alla caduta dei Trenta Tiranni in cui Senofonte fu effettivamente coinvolto ed esiliato dalla patria.
Quello esiliato sarebbe dunque Senofonte, mentre Tucidide sarebbe sempre rimasto ad Atene (anche se sarebbe stato comunque presente, almeno nelle fasi iniziali, nel campo ateniese nella spedizione in Sicilia), tranne un soggiorno in Macedonia tra il 409 ed il 405. E poi, come noto, Senofonte avrebbe usato materiale tucidideo per le Elleniche, ma questa è un’altra storia (solo citata e non approfondita la spassosa idea moderna che Senofonte avesse letteralmente assassinato Tucidide per rubargli gli appunti).
PS / En passant, scopro che il sempre controllato Giorgio Pasquali riteneva Pausania un deficiente (parlando di una “sua inferiorità mentale evidente” – Treccani, s. v. “Pausania”, citato da Canfora, p. 245)