se a mani vuote di te / non so più fare
Nati intorno al 2014 come reazione a dei fondamentalisti cattolici (Le Sentinelle di non so che) che si mettevano in piedi nelle piazze leggendo libri per protestare contro non ricordo cosa (il gender? la presenza di idrogeno ed ossigeno nell’acqua potabile?), I Sentinelli (originariamente milanesi ma sono ormai presenti anche altrove) sono persone di buon senso che manifestano per il riconoscimento dei diritti negati (hanno iniziato con i temi Lgbt+ ma si smuovono per diverse cause, non ultima quella del ‘finevita’) e che sono caratterizzati da scelte di comunicazione molto leggere ed ironiche con sfumature pop (“situazioniste” mi pare parola eccessiva), tese spesso a sottolineare l’assurdità delle tesi cui si contrappongono.
Trovandoli istintivamente simpatici, ho letto I Sentinelli – che fretta c’era? di Chiara Palumbo, che è una raccolta un po’ confusa (con una sintassi che involontariamente richiama quella involuta di Maledetta primavera di Loretta Goggi, che fa da sottotitolo al libro) delle storie delle persone che girano intono al ‘movimento’, che purtroppo non mi pare rendere giustizia al fenomeno dei Sentinelli, malgrado tutte le buone intenzioni.