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waiting for the man

26 gennaio 2021

Nel vuoto degli anni ’80 la questione dell’eroina era trattata superficialmente, percepita solo come problema di ordine pubblico, senza una riflessione seria sulle cause di tali abusi, prospettive di recupero e di efficace lotta al narcotraffico (con qualche legame alla cultura pop, va detto, tipo Big in Japan degli Alphaville).

Fu in quest’ambito che si colloca la storia della Comunità di san Patrignano, di cui si è tornati a parlare un po’ per via del rinnovato ruolo pubblico di Letizia Moratti (!), da tempo sostenitrice e finanziatrice di quell’esperienza, e per via del documentario SanPa, di cui si è molto parlato.

I miei ricordi dell’epoca sono vaghi, ma mi pare che in casa non si apprezzasse molto l’istrionismo messianico di Muccioli né i suoi metodi (oggetto anche di procedimenti giudiziari) che, pur collocandosi in quello che sembra un vuoto legislativo, avevano portato ad eccessi, culminati in vicende surreali (come il non rivelare la sieropositività degli ospiti agli ospiti stessi) e in crimini (la morte per percosse di un ragazzo è fatto conclamato, è rimasto invece sospeso il ruolo specifico di Muccioli); se manca qualcosa alla serie (decisamente ben fatta, equamente ripartita negli spazi dati a critici e sostenitori – che poi fra questi ci sia Red Ronnie può portare a comprensibili pregiudizi), è proprio una riflessione approfondita sulla valenza ‘scientifica’ di quella comunità, presupposto necessario prima ancora di poter discutere serenamente di ‘fini’ e ‘mezzi’, no?

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