quindeni viri super cistam mortui

Arcadius Avellanus (né Mogyorossy Arkàd, 1851-1935) sarebbe tecnicamente l’ultimo essere umano a parlare latino come lingua madre (lo avrebbe imparato prima del “nativo” ungherese, dicono – pare infatti che il latino fosse la lingua ufficiale dell’Impero Austro-Ungarico).
Nato vicino Budapest, emigrò negli Stati Uniti dove insegnò a lungo latino, convinto sostenitore dell’approccio ‘vivo’ alla lingua anche oltre i classici, cosa che lo portò a tradurre testi ‘moderni’, come L’isola del Tesoro di Robert Louis Stevenson, diventata prontamente Insula Thesauraria.
Alla sua traduzione premette un lungo proemium, in cui difende la sua impostazione didattica, le scelte ortografiche (quum per cum congiunzione, quatuor per quattuor, ad esempio) e lessicali (l’attenzione alle espressioni tecniche è degna di Umberto Eco), oltre che prendersela contro i filologi tedeschi, che secondo lui non capiscono mai niente (num Germani arbitri sunt linguae Latinae?, p. XXV).
E si parte quindi con giovane Jim (Iacobellus, ovviamete) alla ricerca di un grande tesoro, talora con scelte sintattiche e lessicali non sempre limpide ma comunque divertenti ;-)!
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