it’s just my little tribute to caligula, darling

Per quanto fatta con pochi mezzi (ricicla spesso spezzoni di altri documentari), la serie L’impero Romano di Netflix continua ad essere divertente come guilty pleasure, anche se non proprio istruttiva.
Dopo Commodo e Giulio Cesare, la terza stagione (la più breve in assoluto, devono aver seguito il mio consiglio) è dedicata al terzo imperatore romano, noto ai più come Caligola.
Figlio di Germanico e quindi fratello dell’Agrippina madre di Nerone, diventa imperatore per scelta di Tiberio (che era indeciso fra lui ed il nipote, Tiberio Gemello) quando ormai il princeps non era molto presente a se stesso e si era ritirato a Capri; dopo qualche mese idilliaco, Caligola comincia a dare segni di squilibrio (persino per la media degli imperatori precedenti e successivi) e passerà alla storia come uno psicopatico cui è difficile attribuire qualche merito.
La serie è, come noto, un ibrido fra un documentario narrato da voci autorevoli ed una fiction (in cui Caligola pare più bonazzo di come altri lo avevano rappresentato o mi ero sempre immaginato) che in quattro puntate raccolta la traumatica infanzia del giovane, la sua ascesa al trono, il suo breve regno (37-41 dC) ed il suo drammatico epilogo (spoiler: è ucciso dai pretoriani), con qualche forzatura narrativa (sappiamo bene che non è Caligola a uccidere Tiberio ed il ruolo di Claudio non mi pare proprio fedele alle fonti) che si poteva facilmente evitare.