mirabilia!
Ho sempre frequentato poco (a ragione?) il mondo dei paradossografi antichi, cioè degli scrittori tardo-antichi che si dilettavano nel mettere insieme racconti del genere ‘strano ma vero’ e che godevano a suo tempo di una certa fortuna (piacevano a Leopardi, per dire).
Fra i migliori autori del genere c’è certamente Flegonte (a me viene in mente il Flegetonte, che credo sia un fiume infernale) di Tralle (in Asia Minore. Spoiler: se non sapete dov’è un posto nel mondo antico, è quasi sempre “in Asia Minore“), liberto di Adriano ed autore di un Libro delle meraviglie e di qualche opera minore di cui restano scarne tracce.
Tradotto da Tommaso Braccini e Massimo Scorsone (MA SENZA TESTO A FRONTE, gentile Einaudi), raccoglie appunto vicende grottesche con sfumature horror, fra cui spiccano la storia di Filinnio, spesso considerata antesignana del genere vampiresco (con cui in realtà ha poco a che fare) e, cosa che capita anche nei romanzi greci, la sopravvivenza delle istituzioni democratiche nella Grecia ormai ridotta a provincia romana, esemplificata dal fatto che, ogni volta che capita qualcosa di strano (tipo la nascita di un bambino ermafrodito o il ritorno dai morti di un soldato caduto in battaglia), i cittadini si riuniscano in una assemblea pubblica per decidere il da farsi.
C’è poi anche l’affascinante teoria per la quale la frequenza di racconti su morti che risorgono sia in qualche modo traccia di una risposta pagana alla ‘propaganda’ cristiana…
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