lingua italiana locale trasparente
Mi devo chiaramente essere perso qualcosa, ma ad un certo punto l’Italiano divenne lingua ufficiale della Repubblica, ad integrazione dell’art. 12 della Costituzione (quello della bandiera), almeno stando alla prematura celebrazione che se ne faceva qua ma non se trova traccia nel testo vigente, per cui #MaAncheNo, parrebbe*.
La curiosità mi è nata dall’introduzione a Gli italiani e la lingua (Sellerio, 2005), volume che raccoglie gli Atti di un convegno siciliano dedicato al quarantennale della pubblicazione della Storia linguistica dell’Italia unita di Tullio De Mauro, dove Giovanni Ruffino considerava l’idea farlocca e temeva inoltre l’istituzione di un “Consiglio superiore della lingua italiana” che fa un sacco MinCulPop e che scopro essere pure questo un evergreen.
In tutto questo, non ricordo bene perché avessi comprato questo volume, riemerso dalla pila dei legenda mentre si avvicinano i sessant’anni dalla pubblicazione del libro di De Mauro ma, per quanto ovviamente datato, è una miscellanea interessante (ci sono interventi di Umberto Eco, Maurizio Dardano, Lorenzo Renzi, Luca Serianni etc. ) per ricordare l’importanza della Storia linguistica, la sua influenza nel mondo accademico e l’intrigante vicenda della “lingua del sì” attraverso i secoli.
* più avanti nel libro (p. 256) scopro che l’italiano è definito per la prima volta in un documento legislativo come “lingua ufficiale della Repubblica” nella legge 482/99, dove però sbagliano l’accento sul verbo essere #epicfail