la pacchia
Scomparso improvvisamente a fine 2017, Alessandro Leogrande ha saputo raccontare con crudo realismo e senza retorica la voce degli ultimi di questo sciagurato pianeta, dai braccianti del meridione d’Italia che lavorano 14 ore al giorno nei campi per raccogliere i pomodorini che troviamo a prezzi stracciati al supermercato sotto casa alle ragazze ed i ragazzi persi per mare mentre cercavano di arrivare in Europa o che, una volta arrivati, hanno trovato neonazisti che li hanno barbaramente uccisi o torturati nelle periferie di una grande capitale.
La frontiera (Feltrinelli, 2015) è il suo unico libro che ho letto ed è stato devastante leggere su carta quello che si è sempre saputo, che cioè non c’è limite alle capacità degli esseri umani di far male ad altri esseri umani in nome di perverse ideologie, soldi, potere o il puro e semplice sadismo di chi si sente padrone della vita degli altri.
Chi è responsabile di questa supposta ‘pacchia’ o che ha l’ardore di chiamarla ‘pacchia’ , dovrà renderne conto a Dio, se esiste, o alla propria coscienza, se ne ha una, ma anche chi come me se ne sta nelle sue tiepide case ha il dovere morale di ricordare che questo non solo è stato ma è.