natural born pop
Dopo il successo di documentari come Making a murderer, direi che sta tornando di moda il genere del true crime, cioè la produzione televisiva dedicata a fatti di cronaca e a questioni giuridico-processuali.
Mentre nel caso di Steven Avery permangono dubbi sull’effettiva colpevolezza del condannato, lo stesso non può dirsi di Ted Bundy, probabilmente il reo confesso serial killer più famoso di tutti tempi (ed idolo di Patrick Bateman, ovviamente), alla cui vicenda Joe Berlinger ha dedicato non una ma due produzioni.
Per ora ho visto solo Conversation with a killer – The Ted Bundy Tapes, un lungo documentario che ne ricostruisce la storia con interviste ai protagonisti dell’epoca e – come vuole il titolo – ai nastri di una lunga serie di interviste che Bundy, ormai nel braccio della morte, rilasciò ad un giornalista, per quanto in realtà svolgano un ruolo tutto sommato minore nella narrazione, in cui spiccano alcuni aspetti inquietantemente pop come la fascinazione che il pluriomicida esercitava sul pubblico ed i media.
E’ invece stato presentato solo ieri Extremely wicked, shockingly evil and vile, il film che lo stesso regista ha realizzato con Zac Efron protagonista, a chiudere il cerchio della cultura pop di cui tutta la vicenda è morbosamente intrisa…