lessico siciliano
Se la parte autobiografica del libro è così ampia come sospetto, Luisa Adorno avrà avuto qualche difficoltà alle cene di famiglia, per lo meno dopo la pubblicazione de L’ultima provincia (Sellerio 1983, ma pare di capire vi fosse una prima edizione del 1962), suo primo libro e sua opera più fortunata.
Racconta, con il tono disincantato di molta narrativa meridionale, delle vicende della famiglia di un Prefetto siciliano che la narratrice viene a conoscere bene in quanto ne sposa il figlio – che non pare proprio sveglissimo.
Sullo sfondo l’Italia del dopoguerra, dove la politica si divide in pratica fra ‘comunisti’ (tra cui la narratrice, che deve sottostare ad un matrimonio cattolico con tanto di vescovo, per via della posizione del suocero) e fra ex fascisti di terz’ordine ora comodamente democristiani, ma il fulcro del romanzo ricorda più la narrazione della Ginzburg, fatta di abitudini e monotonie familiari, con il più lo straniamento del nordico che si ritrova in una Sicilia che ha il sapore di alcune pagine di Brancati.
Per restare nelle dinamiche familiari, non è un libro che ho acquistato ma trovato in casa, e quindi un modo per ricordare chi l’ha letto prima di me.
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