non c’avete un altro libro sulla scuola?
Alcune ‘provocazioni‘ di Christian Raimo sono certamente benvenute ma come saggista – dal poco che ho potuto vedere – tende a riciclare in instant books quello che scrive su Internazionale come qui nel caso del neofascismo o come in Tutti i banchi sono uguali, dedicato al tema della scuola di cui, come docente di storia e filosofia, ha esperienza diretta ormai da qualche anno, essendo entrato in ruolo con il mio stesso concorso (ne parlava qui e gli rispondevano qui – ma il mondo sarebbe un posto migliore già solo se non lo chiamassero entrambi ‘concorsone’).
Il tema del libro (pubblicato da Einaudi, il che spiega le dotte citazioni di cui è infarcito, anche se lo rendono un po’ tesina della SSIS) non è originalissimo, in quanto è la mera constatazione che, in Italia più che altrove, la scuola non è un ascensore sociale in quanto tende a mantenere le diseguaglianze di base (in breve: i figli di laureati vanno meglio a scuola e di solito si laureano, i figli di operai vanno meno frequentemente al liceo e tendono di conseguenza a non laurearsi) più che a rimuoverle e, come diceva Bordieu, a replicare la società più che a proporne un’idea nuova.
En passant, critiche – anche condivisibili – a riforme e riformine (Gelmini, “Buona scuola”, l’Alternanza Scuola-Lavoro che proprio non gli piace, la giustissima idiosincrasia per le ‘competenze’), presa in giro delle posizioni più ‘conservatrici’ che garbano tanto agli editorialisti del Corriere della Sera che se potessero boccerebbero tutti (se si chiudesse Raimo in una stanza con Ernesto Galli della Loggia dubito che entrambi ne uscirebbero incolumi) e molta poca pars construens, se non una generica difesa del sapere umanistico, che sa un po’ di pro domo sua…
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