people have done some remarkably stupid things throughout history
Siccome tutto fa brodo per promuovere i classici, possiamo anche compiacerci delle simpatie di Mark Zuckerberg per Augusto ma, volendone imparare davvero qualcosa, conviene leggere l’impegnativa biografia dedicatagli qualche tempo fa da Adrian Goldsworthy, Augustus – First Emperor of Rome (Yale University Press, 2014).
Le cose si fanno complesse già dall’inizio per via dell’onomastica latina in generale (tecnicamente tutti gli imperatori da Tiberio a Nerone si chiamano come minimo ‘Tiberio Claudio Nerone‘, #sapevatelo) e per la precisa scelta di ‘Augusto’ di assumere nomi/titoli differenti nelle vasi fasi della sua vita, a partire dal rapido abbandono del mai amato Octavius fino al prolisso Imperator Caesar Augustus Divi Filius Pater Patriae, con cui morì nel 14 dC.
Il lavoro di Goldsworthy mette ordine sulle informazioni che ci sono pervenute sul princeps dalle fonti letterarie e storiche (meno spazio è dedicato all’iconografia, malgrado Augusto sia il personaggio del mondo antico di cui siano giunte più statue – al secondo posto c’è Adriano ed al terzo Antinoo), sfatando qualche luogo comune storiografico (non è certo che Augusto fosse in perenne ricerca di un successore designato man mano che morivano i vari ‘candidati’, ad esempio) ed offrendo interessanti spunti (in una sorta di riscrittura della storia, pare che si inventassero rituali per farli apparire antichi e connettere meglio il princeps alla confusa genealogia dei re Albani).
E visto che alcune pagine sono dedicate all’Eneide ne approfitto per citare la scherzosa teoria per cui il poema di Virgilio sarebbe fonte di Ritorno al Futuro II…