sfruttati frustrati
Mio fratello è figlio unico (il film di Daniele Lucchetti di ormai dieci anni fa) ha solo il titolo in comune con Mio fratello è figlio unico (la canzone di Rino Gaetano), anche perché è (in parte) ispirato al romanzo di Antonio Pennacchi, Il fasciocomunista, cui cerca di dare un’atmosfera più corale.
Ambientato a Latina negli anni ’60, segue le vicende di due fratelli dai nomi improbabili (Accio e Manrico) che passano il tempo a menarsi anche se, pare, si vogliono bene.
Mentre Manrico fa il comunistello (la scena più surreale è quella in cui defascistizza l’Inno alla gioia di Beethoven), Accio vorrebbe fare il liceo classico e finisce coll’iscriversi all’MSI, finché la Storia con la maiuscola non si mette di mezzo.
In tutto questo, Elio Germano e Riccardo Scamarcio sono un po’ improbabili nella parte di 18-19enni, mentre Angela Finocchiaro è semplicemente magistrale.