hercules furens
L’Historia Augusta è una curiosa raccolta di una trentina di biografie di imperatori romani che si presenta come opera di sei differenti autori ma che è probabilmente opera di un’unica mano che, tra quarto e quinto secolo dC, seguendo – alla lontana – il modello di Svetonio, volle offrirci una sorta di appendix alle Vite dei Cesari, infarcita però di pettegolezzi e vere e proprie falsificazioni, cosa che la rende una lettura tanto intrigante quanto essenzialmente inutile (la prima fan fiction, in pratica).
Il problema è che per molti imperatori ‘minori’ (siamo nel periodo in cui la gente restava sul trono un paio di mesi e veniva poi trucidata, di solito dai pretoriani) è quasi esclusivamente l’unica fonte e, come detto, assai poco affidabile.
Partendo dunque dall’Historia Augusta (ma anche da Erodiano e Cassio Dione) a Netflix hanno messo insieme L’Impero Romano – Potere e sangue che racconta la storia di Commodo, figlio di Marco Aurelio ed imperatore sulla fine del II secolo (180-192), periodo da cui la storiografia classica (Gibbon) fa iniziare il lento e più o meno costante declino dell’impero romano.
La serie si presenta però come un ibrido fra la fiction vera e propria (il cui cast deriva in parte da Spartacus) ed il documentario (con interventi di storici anglofoni a commentare quanto succede), cosa che finisce col rendere il tutto né carne né pesce (è difficile appassionarsi ad una vicenda narrativa essenzialmente priva di colpi di scena se uno sa vagamente di che si parla ed il documentario per se non è poi così approfondito), oltre al fatto che sei ore dedicate al povero Commodo sono un po’ troppo…
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