cheremone’s 2017 top 40 – 4
10/ Enrique Iglesias, Subeme la radio: iniziamo la top ten con una canzone che è un capolavoro di marketing, di cui esiste una decina di versioni, con gente tipo i CNCO, Sean Paul, Matt Terry, Gilberto Santa Rosa (la versione salsa) e soprattutto una versione in ebraico con Rotem Cohen:
9/ Alessia Cara, Scars to your beautiful: canzone dell’anno scorso, scoperta quest’anno. Grazie di esistere:
8/ George Michael, Freedom ’90: la sua improvvisa scomparsa, il giorno di Natale del 2016, ha lasciato un grande vuoto. Nel 2017 ha avuto un #1 postumo, colla ripubblicazione di Listen without prejudice, da cui viene questa canzone.
7/ Harry Styles, Two ghosts: è praticamente uguale a You and I di Lady Gaga, a conferma che il suo debutto è tutto un po’, come dire, ‘pieno di influenze’. Ma “il ragazzo si farà / anche se ha le spalle strette”…
6/ Khalid, Young, dumb & broke: American teen è uno degli album più importanti del 2017:
5/ Dua Lipa, New rules: la canzone meritava di suo, ma sta nella top 5 in virtù dell’Initial Talk remix, per cui è subito il Canada del 1988:
4/ Kendrick Lamar, Humble
3/ Justin Bieber, Friends: anno relativamente tranquillo per Justin Bieber, che ha comunque trovato tempo per fare collaborare con David Guetta, girare mezzo nudo per il giardino di DJ Khaled ed usare il sintagma ‘ulterior motives‘ tirando in ballo la madre di una sua ex, in quella che è praticamente Sorry – Part 2:
2/ Zayn ft. Sia, Dusk til dawn: secondo dei suoi due singoli pubblicati quest’anno (l’altro era il meno commerciale Still got time), dimostra per l’ennesima volta che Zayn è di gran lunga la cosa migliore sulla quale Simon Cowell abbia messo le mani:
1/ The Chainsmokers, Paris/Something just like this: non sarò il primo a notare che tutte le canzoni dei Chainsmokers sono uguali ma intanto hanno avuto l’innegabile merito di far diventare i Coldplay il gruppo pop che segretamente erano da sempre:
all’anno prossimo ;-)!
Trackbacks