quella notte decisi di vivere
Pochi autori nel ‘900 hanno raggiunto la statura intellettuale di Tzvetan Todorov e la sua capacità di coltivare un sapere ampio e diffuso in più campi (per me restano essenziali due suoi libri profondamente diversi, come La scoperta dell’America e Poetica della prosa, due testi che hanno cambiato il mio modo di vedere le cose).
Quasi a testamento (Todorov è scomparso lo scorso febbraio) ci ha lasciato Resistenti (Garzanti, 2015), dedicato alle vicende biografiche di sette personaggi che hanno attraversato le vicende del secolo passato (Etty Hillesum e Germaine Tillion sotto il nazismo, due giganteschi intellettuali di area sovietica come Boris Pasternak ed Aleksander Sikzenicyn e due rappresentanti della lotta contro il razzismo istituzionalizzato come il sudafricano Nelson Mandela e lo statunitense Malcolm X) e del preoccupante presente (David Shulman ed Edward Snowden), cercando punti di contatto e differenze fra testi e contesti, testamento non solo della sua statura intellettuale ma, cosa forse ancora più importante, del fatto che, per quanto “è la gente che fa la storia”, serve qualcuno che cominci a farla per primo: