alberi da sradicare
La fase imperiale degli U2 iniziò – per finire una decina d’anni dopo, circa POP – nel 1987, con l’album The Joshua tree, un disco, come il successivo Rattle and hum, esplicitamente dedicato a conquistare il mercato statunitense.
Per quanto le loro cose migliori sarebbero venuto nei due dischi successivi, che miravano esplicitamente ad abbattere l’albero (Achtung baby e Zooropa), fa comunque piacere ritrovare un gruppo in procinto di diventare gigantesco, come ben attesta la recente ri-edizione che celebra i 30 anni dell’album, unendovi un disco dal vivo (registrato al Madison Square Garden) e, nella versione più ricca, un terzo disco di rarità e remix (diciamo pure che Flood avrebbe anche potuto lasciare in pace Where the streets have no name).
Il momento più ‘americano’ del disco è, ovviamente, I still haven’t found what I’m looking for in giro per Las Vegas:
E a prenderli un po’ in giro, quattro anni dopo, ci pensarono i Pet Shop Boys, unendo Where the streets have no name a I can’t take my eyes off you, con risultati strepitosi:
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