remember the best times are yet to come
Non c’è molto da stupirsi che Send away the tigers dei Manic Street Preachers fosse un disco arrabbiato, visto che tutti i loro album, spesso a ragione, lo sono.
Quella volta il tema dominante era la ‘war on terror’ e l’invasione dell’Iraq, ben presente in brani come Rendition ed Imperial bodybags, ma ne riparliamo oggi perché ne è da poco uscita un’edizione che ne celebra il decennale con parecchie aggiunte interessanti.
L’album originale è ampliato con i demo di praticamente tutti i brani (c’è anche una versione acustica di Your love alone is not enough affidata alla sola Nina Persson), un dvd che documenta la loro performance a Glastonbury del 24 giugno del 2007 (ovviamente imperdibile, anche perché è praticamente un greatest hits) e che raccoglie i video ed altro, nonché un secondo disco di lati b e rarità, tra cui spicca una inattesa cover di Umbrella di Rihanna:
Ma il momento migliore del disco è, paradossalmente, quello puramente adolescenziale (born to destroy and born to create) e meno impegnato di tutti, degno di stare a fianco di Motorcycle emptiness – si chiama Autumnsong e si meritò due video:
#capolavoro