the childhood I lost, replaced by fear
Ci sono casi di cronaca che risvegliano i morbosi interessi del pubblico, con grande compiacimento del ‘giornalismo’ che vi si dedica appassionatamente e che di solito non se ne perde uno, facendo diventare le persone coinvolte dei personaggi da tabloid di infino ordine (da noi piace in particolare la collocazione geografica dei fatti, ora semplicemente provinciale, ora toponomasticamente pignola: il Circeo, Cogne, Avetrana, Garlasco, Perugia, via Poma).
Certamente non è tendenza solo italiana, come insegna la triste storia di JonBenét, oggetto di un curioso ‘documentario’, Casting JonBenét.
La vicenda è quella di una bambina di soli 6 anni, inquietantemente ‘famosa’ per la sua partecipazione a concorsi di bellezza per bambini (sì, esistono), trovata morta in casa la sera di Natale, senza che, a più di vent’anni di distanza, se ne sia stato individuato il colpevole (alla fine pare non siano stati formalmente accusati/indagati né i genitori né il fratellino).
La particolarità del documentario è che è impostato come fosse il casting di una ricostruzione televisiva dei fatti giuridicamente appurati, ‘interpretato’ da concittadini della vittima che, a distanza di anni, rievocano l’eco suscitata dal delitto e le loro più o meno strampalate idee, perché, appunto, i media non avevano parlato d’altro per mesi.
Praticamente, per il suo essere meta-tutto, è la scorsa stagione di American Horror Story, con meno terrore soprannaturale e più orrore e squallore umani…