get lost
Visto che il sottotitolo parlava di ‘grandi pensatori’ (leading thinkers), ad un certo punto devo aver immaginato che Lost thought fosse un testo in cui intellettuali od accademici di altissima levatura e chiara fama affrontassero i nodi filosofici toccati dalle sei stagioni di Lost, e pertanto avevo deciso di doverlo leggere.
L’ho preso in mano anni dopo e mi pare più che altro una cavalcata nella memoria attraverso interventi, più o meno lunghi, affidati a geeks esaltati che hanno fatto del loro interesse per la serie una professione o quasi (come la Nikki Stafford di cui avevamo già letto qualcosa, l’amministratore di Lostpedia ed altri), che, quando tentano di alzare il tono della riflessione (come il curatore, Pearson Moore) piombano nell’iper-criticismo e notano che la morte di Boone e la nascita di Aaron avvengono all’alba del 41° giorno dopo l’arrivo dei nostri sull’isola, cioè il giorno di Ognissanti, cosa che ci permetterebbe di sperimentare the full force of life, death and rebirth, il che mi pare presupporre degli autori ancora più maniaci degli spettatori (Lost è una “riflesssione sull’umanità in questa disorientante epoca postmoderna”, scrive un’altra e non manca chi tira in ballo le pagine di Agostino come chiave di lettura per il concetto di tempo nella serie).
Come disse William Shatner ai fan di Star Trek, get a life ;-)!
Trackbacks