those barricades can only hold for so long
Avevo già cominciato a seguire gli REM dai tempi di Document e Green ma, come per tutta la mia generazione, fu Out of time (1991) a farli diventare un gruppo di riferimento.
Sempre stati un gruppo rock, i quattro si ritrovarono a fare un disco ‘fuori dal tempo’ (con tanto di mandolini!), guardando ora al futuro (la presenza di un rapper, KRS-One, nell’iniziale Radio song) ora al passato (la voce di Kate Pierson, dei conterranei B-52’s in Me in honey e nella sempre incantevole Shiny happy people), creando un disco che, IMHO, è persino meglio del successivo Automatic for the people.
E’, ovviamente, il disco di Losing my religion, ma anche di Texarkana, Country feedback, Near wild heaven e Belong (scritta dal punto di vista di una donna dell’est che guarda la tv – sono gli anni di Tienammen e di muri che cadono – e capisce che il futuro potrà essere molto diverso).
Sono passati 25 anni (!) da quanto tentavo timidamente di capire cosa cantasse Michael Stipe e per celebrare i 5 lustri il disco esce in una preziosa edizione a mo’ di libro cartonato, con dense note di produzione, i testi (sarà contento pure Carofiglio), un secondo cd con i demo delle canzoni, un concerto radiofonico trasmesso a suo tempo in West Virginia (particolarmente prezioso, anche perché i REM non fecero un tour per promuovere il disco) ed un Blue-ray (!) che non vedrò mai ma che pare contenere un documentario e tutti i video, tipo questo:
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