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those barricades can only hold for so long

26 novembre 2016

717weqc4xkl-_sl1200_Avevo già cominciato a seguire gli REM dai tempi di DocumentGreen ma, come per tutta la mia generazione, fu Out of time (1991) a farli diventare un gruppo di riferimento.

Sempre stati un gruppo rock, i quattro si ritrovarono a fare un disco ‘fuori dal tempo’ (con tanto di mandolini!), guardando ora al futuro (la presenza di un rapper, KRS-One, nell’iniziale Radio song) ora al passato (la voce di Kate Pierson, dei conterranei B-52’s in Me in honey e nella sempre incantevole Shiny happy people), creando un disco che, IMHO, è persino meglio del successivo Automatic for the people.

E’, ovviamente, il disco di Losing my religion, ma anche di Texarkana, Country feedback, Near wild heavenBelong (scritta dal punto di vista di una donna dell’est che guarda la tv – sono gli anni di Tienammen e di muri che cadono – e capisce che il futuro potrà essere molto diverso).

Sono passati 25 anni (!) da quanto tentavo timidamente di capire cosa cantasse Michael Stipe e per celebrare i 5 lustri il disco esce in una preziosa edizione a mo’ di libro cartonato, con dense note di produzione, i testi (sarà contento pure Carofiglio), un secondo cd con i demo delle canzoni, un concerto radiofonico trasmesso a suo tempo in West Virginia (particolarmente prezioso, anche perché i REM non fecero un tour per promuovere il disco) ed un Blue-ray (!) che non vedrò mai ma che pare contenere un documentario e tutti i video, tipo questo:

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