lost in lithuania – 4
Ultimo giorno in Lituania ed ultima visita al Pronto Soccorso, dove ritrovo il dottore del primo giorno e, dopo la visita, tutto contento gli mostro il pollice per chiedere con entusiasmo se va tutto bene. Al che non mette proprio il pollice verso ma lo tiene in orizzontale. E’ chiaramente una di quelle situazioni in cui le barriere linguistiche si fanno sentire, ecco.
Nel frattempo, a scuola, i ggiovani fanno dei laboratori sulla creazione di un giornale del progetto in cui, da qui ai prossimi 18 mesi, dovremo contribuire con articoli su temi cari ai ggiovani stessi, tipo ‘sport’, ‘fashion’ e ‘weather’. C’è poi un quiz interattivo per celebrare la Giornata Internazionale delle Lingue in cui arriviamo penultimi ma su alcune domande ho fatto ricorso sulla parola turca per ‘tulipano’, per cui è tutto ancora in gioco.
Il pomeriggio c’è la festa di saluto, nella quale arriva un gruppo folcloristico in cui milita – giuro – la proprietaria del B&B dove dormivamo ed a me paiono tutti vestiti da sudtirolesi:
(pare che il rosso sia il colore tradizionale della regione di Skuodas, avevo imparato alla lezione di sartoria)
E così la mattina dopo lasciamo la Lituania per tornare a casa via Riga (il che vuol dire quattro paesi in un giorno: Lituania, Lettonia, Germania – per scalo a Francoforte – ed Italia – ai Croati tocca, non chiedetemi perché, passare via Copenaghen e ai Turchi uno scalo di cinque ore in Ucraina, per cui non mi lamento), dove ho giusto il tempo di rifornirmi di sigarette (3 euro a pacchetto!) e Toblerone, finire di correggere i compiti di Latino (senza pomodoro, ‘sta volta) ed ascoltare il punto di vista degli studenti che, come al solito, è di gran lunga più avvincente del mio.
Prossima tappa, la Spagna…
PS le gambe sono guarite, eh
Trackbacks