unapologetic bitch
Nella sterminata bibliografia di apologeti dello studio delle lingue classiche, il recente Viva il latino di Nicola Gardini si distingue perché svolge la sua funzione apologetica in quattro parole (“il latino è bello”) e diventa subito altro.
Partendo dai suoi primi approcci al latino da studente ginnasiale, decide infatti di percorrere, in ordine più o meno cronologico, il canone tradizionale dei grandi autori (Cicerone, Virgilio, Orazio, Ovidio, Properzio, Lucrezio, Livio, Tacito, Catullo, Cesare etc. , con la curiosa omissione della commedia di Plauto e Terenzio), riflettendo sul loro stile, sulle scelte lessicali, sui rimandi ed i richiami interni, e finisce coll’essere un’apologia non tanto di una lingua (per quanto a tratti sappia essere intrigante, come nella riflessione sui suoni evocati da una semplice parola di prima declinazione come umbra) quanto delle humanae litterae in generale, spesso minacciate da un’idea di scuola che miri superficialmente al tecnico ed al culto dell’ “utile” come sommo valore.
Dalle parti di Martha C. Nussbaum, insomma, ed è una lezione da ripetere ogni giorno.
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