I’m not sad, I’m complicated
I miei timori si sono purtroppo avverati e la seconda stagione di Dr. House ha davvero preso una piega da soap opera con l’arrivo, come avvocato dell’ospedale, del vecchio amore del protagonista e prevedibili conseguenze.
Fortunatamente, la cosa pare venire meno a metà stagione e si riprende con quella che mi pare l’ordinaria amministrazione della serie, con in più un certo approfondimento dei personaggi che ruotano intorno al dr. House (ad eccezione di Chase, che essenzialmente sta lì fermo ad essere bello e poco altro).
E la rarità delle malattie diagnosticate attenua la mia ipocrondria, per cui non mi lamento.
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