il medioevo è noioso
La noia dei miei studenti sarà in parte dovuta anche all’infelice posizione che il millennio che va tra la deposizione di Romolo Augustolo (476 dC) e la scoperta colombiana dell’America (1492) occupa nelle ‘Indicazioni nazionali‘ del 2010, che sarebbero i vecchi ‘programmi’, dove lo studio del medioevo è schiacciato tra biennio (“società ed economia nell’Europa altomedioevale; la Chiesa nell’Europa altomedievale; la nascita e la diffusione dell’Islam; Impero e regni nell’altomedioevo; il particolarismo signorile e feudale“) e triennio (“i diversi aspetti della rinascita dell’XI secolo; i poteri universali (Papato e Impero), comuni e monarchie; la Chiesa e i movimenti religiosi; società ed economia nell’Europa basso medievale; la crisi dei poteri universali e l’avvento delle monarchie territoriali e delle Signorie“), quando, negli indirizzi liceali, l’insegnamento della storia ricade su docenti strutturalmente diversi (insegnante di lettere al biennio, docente di storia/filosofia al triennio) e con diverse sensibilità.
Buon punto di partenza per colmare le lacune nella visione d’insieme di una cosa che, scolasticamente, non si presta a tale visione, può essere un ottimo manuale universitario, come Storia medievale di Rinaldo Comba (del 2012, ma il nucleo essenziale risale ad un corso di storia del 1990), che presta attenzione anche agli aspetti economici e culturali (molto belle le pagine sull’idea di tempo/spazio) del Medioevo, pur concedendosi spassosi riferimenti alla storia evenemenziale (scopro che nel 1350 i Visconti di Milano hanno fisicamente comprato Bologna) che fanno tanto scuola media (“la guerra dei cent’anni”, “la pace di Lodi”, “le crociate”) ed una scrittura inaspettatamente vivace (“Wycliff… ebbe un bel prendere le distanze dalla rivolta”).
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