non si parla di gatti che muoiono e non muoiono, stranamente
Un po’ come uno che cerca di svuotare il mare con un cucchiaino, dalle affascinanti (e tutto sommato comprensibili) lezioni di fisica di Carlo Rovelli, sono passato ad un altro saggio (che sarebbe divulgativo), ad opera di Vittorio Silvestrini e Bruno Bartoli, La grande avventura della fisica.
Mentre la lettura di Rovelli poteva anche essere affrontata sotto l’ombrellone (poetico di qua, poetico di là), con questo volume le cose si fanno più serie e già nell’introduzione (anzi, “premessa metodologica”) gli autori invitano a non essere pigri e a non saltare le formule matematiche che appaiono sin dall’inizio (già la prima non la so scrivere al computer) e spingono anche ad essere esigenti ed affrontare le appendici dei singoli capitoli – sulle appendici ho rinunciato da subito, mentre nelle formule ho provato a giostrarmi (fino alle equazioni di Maxwell, poi non ce l’ho più fatta).
L’approccio del lavoro, che è in parte un saggio di storia della fisica, è cronologico e si parte con la dinamica galileiana, per passare alla termodinamica, all’elettromagnetismo, alla relatività ristretta ed arrivare ad Einstein, alla relatività generale ed alla meccanica quantistica, fedeli al sottotitolo del libro (“da Galileo al bosone di Higgs“), per arrivare a delle conclusioni molto intense laddove si parla di etica della scienza e si lancia la sfida costituita dal ‘principio antropico’, mostrandoci che il cammino è ancora lungo…