la filosofia legittima poteri senza freno
Il mio primo approccio agli studi di Michel Foucault non fu con la fondamentale Storia della sessualità ma con un suo articolo in qualche modo minore, Eterotopie (scritto originariamente nel 1967 ma autorizzato per la pubblicazione l’anno prima della sua morte), in cui capitai, credo, tramite i nonluoghi di Marc Augé, per un lavoro su Disneyland come realizzazione degli ideali puritani dei primi coloni dei futuri Stati Uniti (sì, sono matto).
Comprai quindi il terzo volume dell’Archivio Foucault (che conteneva il saggio) e che finì quindi, Eterotopie a parte (un testo comunque spettacolare, in cui Foucault resta basito di fronte ad un Club Méditerranée), nella pila dei legenda, fino a ritirarlo fuori in questo inizio estate in cui, chissà perché, Foucault ci sta bene.
E così, a leggere le sue ultime cose (1978-1985) si ritrovano i capisaldi dei suoi studi (il primo articolo è su L’evoluzione della nozione di ‘individuo pericoloso’ nella psichiatria legale del XIX secolo, il secondo su La follia e la società e non manca un Sessualità e potere) ed altri temi (come quello dell’eutanasia) che non ha avuto il tempo di approfondire.
E, curiosamente, l’ultima parola dell’ultimo articolo su cui ha lavorato è vita.