si studia meglio quando non si è distratti dalla scuola
Ogni tanto i casi editoriali dell’anno non sono solo fan-fiction porno sugli One Direction ma libretti preziosi come le (davvero brevi) Sette brevi lezioni di fisica di Carlo Rovelli, nate come articoli sul supplemento culturale de Il Sole 24 ore e diventate poi, per un’idea dell’Adelphi, tanto un’introduzione accattivante ad una disciplina di cui so poco (da ggiovane avevo però avuto una fascinazione per la meccanica quantistica), quanto una sorta di romanzo d’amore, in cui l’autore, ripercorrendo le tappe fondamentali della fisica novecetesca (la relatività di Einstein, gli esperimenti mentali di Niels Bohr, big bang e buchi neri, fino ad arrivare alle frontiere in cui la fisica si cofronta con l’idea di coscienza) racconta esssenzialmente il suo innamoramento per la materia che ora occupa gran parte della sua vita.
E da spettatori ci ritroviamo coinvolti.
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