bohemian bohème – 6
L’ultimo giorno del progetto verte su dei laboratori legati all’Unione Europea, gestiti dai responsabili ungheresi della cosa, mentre noi docenti giriamo annoiati per la piazza del paese, aspettandoci da un momento all’altro una parata militare, visto che pare uscita dalla mente di un razionalista radicale:
Nel pomeriggio c’è una festa di arrivederci in cui ogni paese presenta qualcosa di tipico e qui le cose si fanno interessanti:
Noi cantiamo Roma Capoccia (!), i Lituani propongono una strana danza di gruppo, i Croati fanno Se sei felice e tu lo sai batti le mani in croato (giuro), ho rimosso completamente cos’abbiano fatto gli Spagnoli ma tanto i Turchi battono tutti, insegnandoci a ballare questo:
C’è chiaramente ancora speranza per la Turchia, malgrado tutto.
Si chiude con un momento conviviale in cui i nostri ospiti Ungheresi hanno portato valanghe di cibo, tra cui spiccano quelle che a casa mia chiamavamo patacinche ma che pare si chiamino in realtà palacinte – sono essenzialmente delle crepes ma senza burro, che vanno molto forte nell’Europa dell’est e che scopro con sorpresa essere originariamente ungheresi, mentre le avevo sempre legate alle origini dalmate del mio lato materno.
Le cose più belle di questo viaggio non le posso scrivere, perché non le ho vissute io ma sono quelle che hanno vissuto gli alunni, nell’essere ospitati in famiglia, nell’andare a lezione nella scuola locale, nelle amicizie che sono nate, nelle partite a pallone e nei cellulari caduti nel lago, ed è bello che sia andata così, anche se ne ho potuto raccogliere solo dei frammenti, ugualmente preziosi.
Ora corre voce che in autunno il progetto continui e ci aspetti la Lituania…
Sappi che anche io anni fa avevo imparato a ballare questa canzone… ad un corso di danza orientale qua a Torino 😉
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video, vogliamo il video!
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per fortuna non ce ne sono…
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