bohemian bohème – 4
Il progetto che ci ha portato in Ungheria non è quello di una tradizionale gita scolastica per cui, pur avendo fatto i turisti per un paio di giorni (qua e qua, ad esempio), il terzo giorno ha visto noi insegnanti essenzialmente spettatori annoiati mentre i protagonisti sono stati gli alunni dei 6 paesi coinvolti.
In fase preparatoria era stato individuato un testo che tutti avrebbero dovuto leggere nell’originale inglese e sul quale costruire del materiale didattico – la scelta è caduta su Il Fantasma di Canterville di Oscar Wilde, che in realtà è stato per noi uno spunto per vedere come in paesi lontani dalla tradizione didattica italiana si lavori su un testo.
Ben prima della partenza si è dunque lavorato sulle delle pre-reading activities (in cui si è presentato il contesto in cui nasce il racconto), si è poi letto il racconto stesso ed agli alunni sono stati somministrati dei test di comprensione ed analisi linguistica (lavorando molto on line – c’è un grazioso sito che permette di costruire materiale con una certa facilità); abbiamo poi dovuto svolgere delle post-reading activities che sono anni luce lontano da quanto facciamo normalmente nelle scuole superiori dopo aver assegnato un libro (solo da qualche anno ho tentato vie audaci come far fare presentazioni in Power Point!):
- con la guida della collega di Arte gli alunni hanno creato un fumetto su alcuni episodi della storia
- con le colleghe di Inglese ed Italiano hanno creato dei profili Fakebook dei personaggi del racconto (si tratta di un’applicazione che crea delle finte pagine Facebook che possono essere usate ad esempio per ricostruire una timeline che riassuma la trama di un romanzo – o dell’Eneide, come fecero anni fa con questa cosa spettacolare), delle Word Cloud del racconto stesso ed una finta pagina di giornale (qui vari modelli utilizzabili)
- con me hanno dovuto creare un gioco da tavola (!) ispirato al racconto – in pratica abbiamo costruito una sorta di gioco dell’oca (i modelli stanno qua) in cui, per ogni casella, si doveva rispondere a delle domande sul racconto per poter andare avanti – siccome siamo fighi abbiamo costruito un cartellone ed i cartoncini delle domande con pratica certosina e risultati notevoli:
Per chi, come me, ritiene molto importante la dimensione ludica nell’apprendimento è stato bello vedere che in altri paesi tale approccio è, se non proprio normativo, certamente più frequente di quanto capiti da noi – è significativo che, in attività di questo tipo, la dimensione valutativa sia pressoché assente, cosa che da noi pare inaudita, mentre si dà molta più importanza all’apprendimento cooperativo ed allo sviluppo di competenze interdisciplinari (ad esempio nell’uso di internet ma anche nella semplice manualità di costruire tabellone e cartoncini per le domande), che sarebbe forse il caso imparassimo ad affiancare a capisaldi della nostra didattica come dividere il testo in sequenze o sottolineare le figure retoriche (che adoro, eh)…
Che bella iniziativa! A parte il non trascurabile aspetto turistico credo che questi scambi siano delle esperienze molto formative per i ragazzi.
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