una canzone a caso – 300
R. E. M. , Strange currencies
Monster (1994) fu l’ultimo album della fase imperiale degli REM, iniziata con Document (1987) e proseguita con Green (1988), Out of time (1991) e Automatic for the people (1992); da Monster in poi, infatti, sarebbero entrati nella noiosa sequenza disco – tour – disco da cui non si sarebbero più ripresi, pur avendo ancora qualche grande canzone (E-bow the letter, Imitation of life, Leaving New York, per dire) da parte.
Disco rumoroso e rockeggiante, Monster non mi piacque un granché allora né mi convince adesso, per quanto il suo terzo singolo, Strange currencies, sia bellissimo:
I testi di Michael Stipe sono volutamente involuti, per cui non è ben chiaro di cosa si parli (uno stalker? River Phoenix? la disillusione del successo?), ma una strofa mi resta sempre impressa:
I need a chance, a second chance, a third chance, a fourth chance,
a word, a signal, a nod, a little breath
just to fool myself, to catch myself, to make it real, real