una canzone a caso – 292
Dire Straits, Money for nothing
Quando nel 1985 uscì Money for nothing, in Italia i forni a microonde erano esotici come i cd ed MTV era una specie di leggenda metropolitana di cui non sapevamo nulla (persino MTV Europe sarebbe arrivata solo un paio di anni dopo), per cui immagino che il successo della canzone fosse dovuto più alla maestria chitarristica di Mark Knopfler che al testo, affidato ad un narratore che lavora come magazziniere in un negozio di elettrodomestici (We gotta install microwave ovens / Custom kitchen deliveries / We gotta move these refrigerators / We gotta move these colour TV’s) e che guarda perplesso le rockstar su, appunto, MTV, esprimendo, diciamo, un certo disappunto, venato di lotta di classe ed omofobia (See the little faggot with the earring and the makeup / Yeah buddy that’s his own hair / That little faggot got his own jet airplane / That little faggot he’s a millionaire).
Il video, all’epoca, era ‘avveniristico’:
Poi è arrivato Empire a rovesciare i ruoli e a chiarire che no, Ain’t nothin’ in this effin’ world for free: