it’s the same thing in reverse
Una delle perdite più drammatiche del patrimonio poetico della grecità è quella del corpus di Saffo, di cui restano praticamente solo 2-3 poesie più o meno complete ed alcuni brandelli, che da soli valgono mezza letteratura latina.
In tale oblio, anche i dati biografici sono più o meno fantasiosi (discorso che vale in realtà per tutte le biografie degli scrittori antichi, che sono praticamente un genere letterario a parte, in cui muoiono tutti in circostanze improbabili – sbranati da cani, colpiti in testa da una tartaruga, depressi per aver perso delle commedie in un naufragio o per overdose di Viagra) e nel caso di Saffo particolarmente mitopoetiche (da uno spunto menandreo viene la storia di Saffo suicida per amore di un certo Faone e da lui respinta perché brutta), sviluppate, con poca verisimiglianza ma altissima poesia da Ovidio e da L’ultimo canto di Saffo di Leopardi:
… Arcano è tutto / fuor che il nostro dolor…
Con consueta onestà intellettuale, Franco Montanari ha scritto una decina d’anni fa un Diario segreto di Saffo che si immagina ritrovato in un papiro macedone e da lui trascritto, diario che si aggiunge all’infinita serie di leggende sulla poetessa di Mitilene, che qui pare poco soddisfatta della dimensione omoerotica del tiaso e che tresca invece col poco più giovane Alceo, in un gioco di rimandi letterari (“egli la bocca mi baciò tutto tremante. Quel giorno non andammo più avanti a leggere e cantare poesie”, come Paolo e Francesca) che è un piacere scoprire pagina dopo pagina, gioco inframezzato dai versi della stessa Saffo, le cui ambiguità permettono al ‘falsario’ di rovesciare le aspettative del lettore e rivelare Saffo come ribelle alle convenzioni sociali proprio per la sua eterosessualità, così brutalmente sfacciata da portarla a processo…
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