non dovrebbe essere, questa, l’Età della Ragione?
Improvvisa new entry nella classifica dei libri più difficili mai letti (bye, Heidegger), Mason & Dixon di Thomas Pynchon dovrebbe essere un ‘romanzo storico’ ma è, ovviamente, molto più.
Charles Mason e Jeremiah Dixon sono, rispettivamente, l’astronomo ed il cartografo che hanno definitivo la celebre linea Mason-Dixon che risolse dispute di confine nelle colonie americane e che tuttora fa parte del confine di Pennsylvania, Maryland, West Virginia e Delaware e che finì poi col dividere, al tempo della Guerra Civile, il Nord abolizionista ed il Sud schiavista (‘affettuosamente’ definito Dixieland – da cui le Dixie Chicks – via Dixon) – a proposito di confini, c’è questo meraviglioso libro sugli Stati Uniti.
I due sono portati dal loro lavoro agli estremi del Vecchio Mondo (il sud Africa e Sant’Elena, “piccolo, accidentale Isolotto”) e poi catapultati nell’America pre-rivoluzionaria, tra visioni allucinatorie, complotti gesuitici, dispute sul calcolo della longitudine (mia vecchia fissa – mi sono commosso quando viene citato il Longitude Act del 1714), giorni rubati dai cattolici agli anglicani, amori mercenari con Benjamin Franlklin, una canna con George Washington, massacri d’Indiani, spunti newtoniani (“il Tempo è lo Spazio che non si può vedere”) e mille altre cose che attraversano il Secolo dei Lumi e vanno ben oltre, perché Pynchon è un genio postmoderno (è apparso nei Simpsons, per dire) e gli anacronismi dominano ogni pagina, a fianco di una lingua vivacissima quanto astrusa ma innegabilmente affascinante…