people used to be travelers, now they’re tourists
Machu Picchu è uno di quei posti che tutti nominano ma non sanno bene cosa sia (tipo il ‘Molise‘ ma con maggior enfasi misticheggiante), per cui mi è parso doveroso leggere Turn right at Machu Picchu di Mark Adams, che è a metà strada fra un diario di viaggio ed una biografia.
Racconta infatti la storia di Hiran Bingham, che nel 1911 scoprì la città Inca nel mezzo della giungla peruviana – ‘scoprì’ per modo di dire, nel senso che la gente ci pascolava le capre ma gli archeologi dell’epoca non ne sapevano nulla – intervallandola con il racconto della sua ‘scoperta’ di Machu Picchu, in un Perù isolato da tutto e tutti (‘è vero che Michael Jackson è morto?’, gli chiedono dei ragazzini), senza energia elettrica (‘che fate per divertirvi?’; ‘dormiamo un sacco’), vittima di corruzione e malgoverno, a scapito della sua millenaria civiltà – che i conquistadores annullarono in un cinquantennio, giova ricordare.
E, banalmente, ti fa venire voglia di andarci, a Machu Picchu.