make rome great again
Ho scoperto che gioia che Robert Harris ha finito la sua trilogia ciceroniana, per cui, prima di affrontare l’ultimo tomo, mi sono messo di corsa a leggere l’intero opus e, dopo Imperium, è il turno di Conspirata – per motivi a me non limpidissimi, alla Mondadori hanno scelto questo titolo rispetto all’originale Lustrum, cioè “periodo di cinque anni” (“lustro” in italiano, eh), che mi pareva adatto, in quanto il romanzo copre i cinque anni che vanno dal consolato di Cicerone al suo esilio, dovuto, è sempre carino ricordarlo, alla prima legge ad personam della storia (voluta da Clodio per punire chi avesse condannato a morte dei cittadini romani senza concedere il ricorso alla provocatio ad populum, come Cicerone si era ‘scordato’ di fare contro alcuni catilinari)…
Anyway, il romanzo si apre col ritrovamento del cadavere di un fanciullo, una sorta di macabro sacrificio umano con il quale i congiurati promettono di ammazzare Cicerone e prosegue col racconto della congiura di Catilina, fino alla sua macraba conclusione nei bassifondi del Carcer; la seconda metà del romanzo vede l’ascesa di Clodio (perché il populismo demagogico non è certo invenzione del XX secolo), lo scandalo della Bona Dea, la sua adozione come plebeo ed il suo tribunato, tra le cui prime vittime c’è proprio Cicerone che, in una notte senza luna, lascia Roma per destinazione ignota, mentre Cesare inizia la sua marcia verso la Gallia…
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