Faraoh, Cairo, Pyramids, Egypt, Bombay, New Delhi, Open Sesame
Ho appena letto una vecchissima (1966) edizione delle Mille e una notte (credo sia la prima stampa di questa, che rende esplicito trattarsi di una scelta antologica) ed è stato curioso ritrovare vicende e personaggi di cui avevo qualche ricordo infantile (c’è un certo Alà ed-Din che mi sa di familiare, visto poi che s’innamora di una certa Yasmin ed un Alì Babà più splatter di quanto rimembrassi) ed altre, che hanno curiosi echi dell’Ulisse di Dante (nell’animo mio tornò a nascere il desiderio di viaggiare nei paesi degli uomini visitando isole e città nuove, racconta Sindbad, che è in fondo l’ardore / ch’i’ ebbi a divenir del mondo esperto / e de li vizi umani e del valore di Inferno XXVI 97-99).
E come nel Decameron di Boccaccio, c’è una cornice in cui si inseriscono i racconti (la bella Shahrazàd riesce ad abbonire il tiranno misogino con le sue storie) e che ribadisce, ancora una volta, che la letteratura è più forte del male e della morte…
E, più leggermente, questi sono i sempre rimpianti Chipz di Arabian nights: