le monde se répète
Quando, alla fine del V secolo, Atene perse la Guerra del Peloponneso, i Lacedemoni imposero una drastica riduzione della flotta, l’abbattimento delle Lunghe Mura che univano la città al porto del Pireo e soprattutto imposero alla polis un governo filospartano, passato alla storia come quello dei Trenta Tiranni.
Nei pochi mesi in cui rimasero al potere, fin quando non furono sconfitti dalla riscossa democratica di Trasibulo, vessarono tutti cittadini con soprusi e violenze ed in modo particolare i meteci (gli stranieri residenti, in pratica), fra i quali un ricco fabbricante di scudi, Lisia, che riuscì a darsi alla fuga durante una loro retata, perdendo però il fratello Polemarco, che fu condannato a morte senza processo e difesa. Con la restaurazione della democrazia fu votata un’amnistia per i Trenta, che non comprendeva però i crimini comuni, come l’omicidio, per cui Lisia accusò uno dei tiranni, Eratostene, dell’uccisione del fratello – senza riuscirci, pare.
Nel corpus lisiano è rimasta l’orazione dell’accusa, il Contro Eratostene che lessi con un certo interesse al liceo e che poi ho ritrovato innumerevoli volte, trovandolo genericamente attuale laddove si parlasse di dittatura ma mai esplicitamete legato, chessò, alla Rivoluzione Francese o al Terrore.
Questo perché nulla sapevo di Pierre-Samuel Dupont de Nemours, un deputato del Terzo Stato agli Stati Generali (su posizioni moderate, in prima linea nella difesa di Luigi XVI nel 1792), che fu poi arrestato pochi giorni prima del tracollo di Robespierre, evitò così la ghigliottina e poté quindi pubblicare, nel 1795, il fantastico Discorso di Lisia contro i membri degli ex Comitati di salute pubblica e di sicurezza generale (che Sellerio pubblica con una nota di Canfora, introduzione di Luzzatto, testo francese a fronto e testo greco di Lisia in appendice – nel quale si potevano evitare alcuni errori tipografici, direi).
Si tratta in pratica di un copia/incolla di una traduzione lisiana del 1783 con cui Dupont de Nemours immagina che il Contro Eratostene di quasi 2400 anni prima potesse dire qualcosa alla Francia che usciva all’incubo giacobino, azzardando curiosi paragoni (Teramene sarebbe Robespierre) ed individuando una continuità inattesa laddove si parla di democrazia, dittatura ed amnistia…
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