matrioske
La prima stagione di The Blacklist aveva i suoi momenti: il sempre bravissimo James Spader, il serial-killer della settimana su cui indagava l’FBI, l’idea che più o meno tutti avessero secondi (e terzi e quarti) fini ed il sub-plot del maritino di Elizabeth Keen che si rivelava meno grazioso di quanto paresse.
Si è da poco conclusa la seconda stagione , in cui James Spader continua ad essere bravissimo ma i serial-killer della settimana diventano implausibili, il maritino diventa naziskin e l’idea del complotto assume una tale sequenza di prefissi meta– (un metacomplotto, che si rivela un metamatacomplotto ma che poi si appura che è un metametametacomplitto e così via ad lib. ) da risultare confondente più che intrigante.
Oltre a questo, il colpo di scena finale, quello che dovrebbe spiegarci finalmente cosa è successo ad Elizabeth da piccola, viene direttamente dall’ultima stagione di Dynasty…
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