travelling, not running
Mentre le persone normali vanno in vacanza tipo a Fregene, Puskin va in vacanza nel Caucaso in mezzo alla guerra russo-tirca del 1829 e visita posti come la Georgia e l’Armenia, lamentandosi di turchi e persiani ed esaltando l’espandersi della civilizzazione russa.
Da questa esperienza nasce l’affascinante Viaggio ad Arzrum, una delle due prose storiche presenti nel Meridiano che ho quasi finito – l’altra è La storia di Pugacev, composta in contemporanea a La figlia del capitano, di cui è in un certo senso l’appendice storiografica.
E curiosamente, un racconto di quasi due secoli fa ci dice anche qualcosa sul presente, come quando, alle pendici dell’Ararat, incontra trecento famiglie di yazidi, che già allora erano erroneamente considerati adoratori di Satana; in realtà, spiega Puskin, per loro “maledire il diavolo è considerato sconveniente ed ignobile, perché egli adesso è infelice, ma col tempo potrebbe essere perdonato, dato che non mi sono limiti alla misericordia di Allah“, il tutto con curiosi echi di Origene.
Trackbacks