in a blurring of wrong and right
La prima stagione di The 100 era divertente, nel senso in cui un adattamento del Signore delle Mosche con tardi adolescenti come protagonisti ed ambientazione post-apocalittica poteva essere divertente.
Le premesse, insomma, considerato anche che la serie va in onda negli Stati Uniti su CW, una rete ad impianto giovanilistico (come l’Italia Uno delle origini), non andavano molto oltre il binomio luogo selvaggio + ormoni che camminano ma, a sorpresa, la seconda stagione è stata notevole.
Il problema del triangolo amoroso (che non appassionava spettatori over 18) è stato brillantemente risolto con l’eliminazione fisica di uno dei pretendenti, i personaggi originariamente immaginati come macchiette di nerd comicheggianti hanno assunto toni cupissimi e l’eroina è diventata cattivissima ed ammazza donne e bambini, che di solito in tivvù non sono cose da ‘eroine’.
Certo, il tutto è scopiazzato qua e là da Lost (ora abbiamo anche un’isola) e nel finale di stagione un ologramma ci ricorda che si tratta pur sempre di fantascienza. Rivelazione dell’anno, comunque.
Trackbacks