ventennio social-pop
Per quanto a tratti sembri dominato da un certo livore, a me Claudio Giunta sta simpatico, e la lettura del suo istant book dedicato a #matteorenzi (che si chiama – uhm – Essere #matteorenzi) è divertente, ma nulla di più.
Si propone essenzialmente come analisi non del Renzi politico ma del suo linguaggio e dei suoi riferimenti metaculturali che, non nascondiamocelo, sono in fondo gli stessi dell’autore e di chi lo legge, cioè quarantenni postmoderni, cresciuti non fra i saggi ignoranti di montagna / che sapevano Dante a memoria ma a puntate di Candy Candy e a repliche dei Chipz.
Nulla più che divertente, dicevo, e di fatti si limita ad essere una sequenza di battute attribuibili ora a Renzi (vogliamo la Danimarca, non La città del sole di Campanella, che era matto) ora ad un suo amico radical-chic (Un paese che prende sul serio La meglio gioventù, col tizio che viene via dalla Norvegia per andare a spalare fango alla Biblioteca Nazionale di Firenze, e come premio mette incinta una terrorista – un paese così è pronto per Matteo Renzi) che pare detestare ancora di più Veltroni (E’ meno allarmante lui, che non legge romanzi, di Veltroni, che i romanzi li scrive).
#daleggere
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