le storie d’amore e la fantascienza proprio non vanno d’accordo
Sulla rappresentazione delle donne nei media (il cinema in particolare), c’è da decenni (!) un divertente test:
1. che tra i personaggi del film ci siano almeno due donne di cui si conosca il nome;
2. che le due donne di cui si conosce il nome parlino almeno una volta tra di loro (e non solo con gli altri personaggi maschi)
3. che le due donne di cui si conosce il nome parlino tra di loro ma non di uomini (non del figlio di una delle due, non del marito, non del capo in ufficio e così via)
Immagino lo si possa fare anche per i libri, e, nello specifico, Star Trek – A time di to hate di Robert Greenberger (che poi è il seguito di questo), dove, per quanto i punti 1 e 2 siano pienamente raggiunti, sul punto 3 ci sarebbe molto da discutere, con una scenetta patetica in cui Deanna Troi e Christine Vale (che ha preso il posto di Worf, trasferito a Deep Space Nine) parlano di quanto Deanna ami Riker e debba sposarlo, cosa che, per quanto serva a spiegare il matrimonio che apre Nemesis, non spicca molto come pagina illuminata; quando poi annunciano il fidanzamento a Picard e alla dott. ssa Crusher, lei abbraccia commossa Deanna e lui stringe virilmente la mano a Riker, come fossimo negli anni ’50.
A proposito della Crusher, per gran parte del libro, i sui argomenti di conversazione preferiti sono: il figlio scomparso, il marito morto ed il capo ufficio (= il capitano Picard). E saremmo nel 24° secolo…
Trackbacks